PRESIDENZA

Ufficio Legislativo e Legale

Sommario: Ripetizione somme indebitamente erogate ai dipendenti – carattere di doverosità per la P. A. – diritto soggettivo a contenuto patrimoniale non rinunciabile.

Estremi del Parere: C.G.A. ss.rr. n. 118/04, del 14/3/2006 su ricorso straordinario n.284.00.8

MASSIMA:

La giurisprudenza amministrativa più recente è ferma nel ritenere che, il recupero delle somme indebitamente erogate ai propri dipendenti, ha carattere di doverosità per la P.A. Tale azione di recupero, atto dovuto e privo di valenza provvedimentale, costituisce per la P.A. l’esercizio di un vero diritto soggettivo a contenuto patrimoniale, non rinunciabile in quanto correlato al perseguimento delle finalità di pubblico interesse alle quali sono istituzionalmente destinate le somme indebitamente erogate di cui si intende riacquistare la disponibilità. In tal caso l’interesse pubblico è in re ipsa e non occorre alcuna specifica motivazione secondo il principio civilistico dell’indebito oggettivo, disciplinato dall’art.2033 c.c. (C.S. sez. VI 10/2/1999, n.120; VI , 20/2/2002, n.1045; V, 23/3/2004, n.1535). Peraltro, l’eventuale percezione in buona fede delle somme non dovute, così come l’eventuale destinazione delle stesse a bisogni primari della vita, non valgono di per sé ad elidere il diritto-dovere dell’Amministrazione all’esercizio dell’azione di ripetizione, incidendo esclusivamente sull’apprezzamento discrezionale in ordine ad un’eventuale gradualità del modo di recupero (C.S. sez.VI, 20/5/2002, n.2731, 22/4/2002, n.214 e C.G.A., sez. giur., 15/1/2002, n.8). (nel caso di specie la trattenuta mensile è stata quantizzata nei limiti di 1/5 della retribuzione lorda, così come stabilito dalla legge (C.S. AP. 30/9/1993, n.11 e TAR CT, sez. II 3/1/2002).

NOTE: